domenica 14 settembre 2014

Sono figlio di

A te che ti presenti dicendo “ Ciao , sono Andrea Pinco Pallo” con un sorrisino che lascia intendere altro anche se questo altro al momento mi sfugge.
“Buongiorno, accomodati pure”, rispondo come normalmente faccio. Inizio iscrizione e colloquio da prassi e noto che dopo due o tre domande sei abbastanza stizzito e il tuo atteggiamento sta diventando arrogante



Continui a rispondermi finchè sbotti dicendo: “Ma insomma non hai capito che sono figlio di Pinco Pallo, quel Pinco Pallo?” .
Io: “Pinco Pallo chi?”

Ti alzi di scatto ed esci dalla filiale. Apro google e digito il tuo cognome. Non compare nulla se non un articoletto di un politico decaduto da qualche anno, non più in servizio comunque.
A
mico mio, essere “figlio di” a volte effettivamente può essere vantaggioso. Assicurati però che l’idea che hai del tuo papà corrisponda a quella condivisa dall'immaginario collettivo  e verifica che questo tipo di referenza sia effettivamente spendibile



Per quanto mi riguarda “figlio di ….” ha un altro significato, soprattutto se non vali nulla.



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