A te che grazie all’opportunità di lavoro che ti abbiamo
offerto sei rinato. Ti ho visto entrare la prima volta grassottello,
abbigliamento trasandato, macchina disfatta e un sorriso non proprio Durbans.
Per non parlare del morale, praticamente a terra, perché due anni prima avevi
scelto di dare le dimissioni per cercare un lavoro che ti desse uno stipendio
più alto; stava per arrivare il tuo primo figlio, tua moglie aveva un lavoro
stagionale e tu ti sentivi responsabile per il mantenimento della tua famiglia.
Non hai avuto fortuna, le tua decisione di tentare una nuova strada lavorativa è
stata presa quando c’era solo un minimo
sentore di crisi, sentore che ahimè si è poi trasformato in amara realtà. Ed eccoti di fronte a me, due anni dopo,
disperato , con la paura di non riuscire più a dar da mangiare a tuo figlio e
con il terrore di rimanere senza un tetto sopra alla testa per via
dell’incombente sfratto.
Io non mi faccio mai commuovere dalle situazioni famigliari
perché l’esperienza mi ha dimostrato che non sempre le persone seppur messe veramente male reagiscono comportandosi
bene, per cui ti ho valutato per quello che eri, un buon operaio.
Arriva la prima occasione di lavoro, pochi giorni, 15 se non
ricordo male, ma tu arrivi di corsa e ti comporti talmente bene che proroga
dopo proroga lavori tutta l’estate. L’inverno
mette in pausa tutto e la primavera seguente vieni richiamato nello
stesso posto, per ben 7 mesi di fila. Finita la stagione il contratto scade e
non sai quanto mi dispiace dovertelo comunicare. Tu nel frattempo ti sei un po’ sistemato, per
lo meno hai pagato qualche arretrato di affitto e il tuo splendido bimbo mangia regolarmente.
A dicembre arriva una nuova opportunità, in una di quelle
aziende che se riesci a entrare non resti più a casa. I 18 mesi di tempo
determinato volano e ogni tanto passi da me per salutarmi, farmi vedere
macchina e denti nuovi, sperando di
poter tornare a dirmi che ti hanno confermato a tempo indeterminato. Io spero
con te.
La Vigilia di Natale di due anni dopo ti presenti con la
famiglia al completo , un cesto pieno di cose buone per me, e un biglietto con
scritto: "GRAZIE PER AVERMI REGALATO UN SOGNO". Ti hanno finalmente fatto firmare
un contratto a tempo indeterminato e sei venuto a ringraziarmi per averti dato
l’opportunità di dimostrare chi sei. Sono io a doverti ringraziare, sono le
persone come te che ci danno soddisfazione! Quel benedetto contratto te lo sei
guadagnato tu giorno dopo giorno, lavorando sodo.
Il regalo di Natale più bello, per chi fa questo lavoro, sei
tu. Grazie.
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