domenica 27 ottobre 2013

La vittima

A te che dopo cinque anni di lavoro in un’azienda di media grandezza con relazioni commerciali internazionali, dove per tua fortuna hai potuto imparare diverse mansioni acquisendo dal nulla, con solo un diploma di liceo classico, ampie competenze in ambito commerciale e contabile, entri da me dicendo:
Una multinazionale sta acquistando l’azienda per cui lavoro, parlano di chiusura del comparto produttivo e conseguente licenziamento degli operai turnisti. A me hanno detto che il mio posto è garantito, forse mi chiederanno di spostarmi una volta al mese, completamente spesata, nella sede di Milano per poter definire l’attività dell’ufficio commerciale. Oppure posso scegliere la via della risoluzione consensuale del mio contratto. Scelgo la seconda proposta e sono qui perché cerco un altro lavoro.”
Io ti guardo stupita, cazzo proprio non me l’aspettavo che anche quell’azienda apparentemente sana e operativa lasciasse a casa i propri dipendenti. L’ennesima chiusura, un altro colpo basso al nostro territorio che pagherà dure conseguenze.  Mi riprendo e provo ad indagare sulle motivazioni che ti spingono verso la ricerca di una nuova occupazione. Domanda dopo domanda capisco che sei di fronte a me perché non hai voglia di metterti in gioco! Non è la paura di rimanere a casa, non è l’ansia di sapere che 50 colleghi della produzione non avranno di che mangiare, non è nemmeno l’idea di doverti spostare a Milano una volta al mese a metterti in difficoltà. Dici di aver già dato, di non voler affrontare il confronto con un nuovo gruppo di lavoro che potrebbe, a tua detta, avere dubbi sulle tue capacità.  Preferisci firmare un accordo che ti concede una mobilità di due anni, il che significa vivere due anni – perché al momento signorina non c’è lavoro per nessuno - sulle spalle di noi contribuenti che ti manterremo non perché ti sei ritrovata con il culo per terra, ma perché ti scoccia sbatterti.
Bella mia, hai esattamente 23 anni e almeno altri 35 anni di lavoro prima di arrivare, sempre che per la nostra generazione esista ancora, alla pensione. Mi spieghi come faccio a trovarti un lavoro se non hai il coraggio di metterti in gioco? Pensi di aver imparato tutto? Pensi che confrontarsi con un mondo nuovo possa solo crearti difficoltà? Chi credi di essere, ecco cosa vorrei sapere io! La vittima di chi? Del sistema? Della società ? Della multinazionale che si sta comprando l’azienda da dove vuoi scappare?
Vedi di tirarti su le maniche cara mia, ringrazia ogni mattina Dio che ti ha dato l’opportunità di avere uno stipendio primo, secondo di poter crescere in un mondo che ahimè non regala niente a nessuno. Cerca di capire l’occasione che ti è stata offerta e fai di tutto per dimostrare che quello stipendio te lo stai guadagnando! Questo per me è inutile vittimismo.

 

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